Dal momento che il processo di elettrificazione sembra inarrestabile e che probabilmente la storia dell’automobile endotermica verrà ben presto archiviata, dobbiamo esserne felici oppure rassegnarci, a seconda di come la pensiamo. Sta di fatto che dobbiamo imparare a conviverci cercando di far chiarezza su corrente alternata (AC) e continua (DC), ricarica standard oppure rapida, fotovoltaico e smart grid. Ecco alcune informazioni utili sulla ricarica delle auto elettriche.
Per la realizzazione di questo “dossier” abbiamo chiesto il supporto e la collaborazione dei tecnici Skoda, la Casa boema che da poco ha lanciato sul mercato una delle vetture elettriche più interessanti: la SKODA ENYAQ iV.
Ricaricare un’auto elettrica può sembrare complicato oppure molto semplice, a seconda della prospettiva da cui si affronta l’argomento. Il concetto di base è che il veicolo va collegato a una presa di corrente tramite un cavo, ma ampliando la discussione si toccano molti altri aspetti. Per esempio: si usa il cavo in dotazione o quello della colonnina? La fonte di energia è una presa domestica, una wallbox oppure una stazione di ricarica? E in quest’ultimo caso, è a corrente continua (DC) oppure alternata (AC)? Quest’ultima, in particolare, è una domanda importante – a seconda della risposta si può ragionare sulla potenza di ricarica a disposizione e quindi sulla rapidità di tutto il processo.
Corrente alternata
La batteria dell’auto immagazzina energia sotto forma di tensione continua; ragion per cui ci deve essere un inverter di bordo che permetta di ricaricare la batteria con corrente continua anche se la rete fornisce quella alternata. L’inverter deve avere caratteristiche particolari, già solo per il carico termico che comporta il suo funzionamento e costituisce il motivo principale per cui i due metodi di ricarica hanno differenti livelli di potenza massima erogata.
Gli inverter che si trovano a bordo dell’auto non possono infatti superare una certa potenza, perché altrimenti sarebbero troppo grandi e pesanti. Del resto anche le stazioni di ricarica a corrente alternata e le wallbox più potenti non superano i 22 kW di potenza erogata. Quindi, in questi casi la ricarica è gestita dall’auto stessa attraverso il suo inverter, che nel caso specifico della SKODA ENYAQ iV, per esempio, ha una capacità massima di 11 kW.
Corrente continua
Con la ricarica in corrente continua, invece, l’energia viene fornita all’auto da un inverter che si trova dentro la stazione di ricarica – ciò significa che la tensione è già continua e la batteria può riceverla direttamente. Naturalmente un inverter installato in una stazione di ricarica può essere molto più grande e pesante rispetto a quello di un’auto, e per questo può raggiungere potenze più elevate.
Le stazioni di ricarica rapida supportano una potenza di almeno 50 kW, che arriva anche a 350 kW nel caso degli impianti più all’avanguardia, come quelli di Ionity. Attualmente la SKODA ENYAQ iV accetta una potenza di ricarica massima pari a 135 kW.
Connettori per la ricarica elettrica
Passiamo ai connettori: ne esistono di diversi tipi, ma per la ricarica rapida in corrente continua in Europa negli ultimi anni il connettore chiamato CCS (Combined Charging System) è diventato lo standard. Dal punto di vista della forma si tratta solo di una versione “arricchita” del connettore Mennekes, che rappresenta invece lo standard per la ricarica in corrente alternata e si trova sia nelle wallbox di casa che nel cavo in dotazione dell’auto, che può essere collegato sia alle prese monofase da 230 Volt, sia alle trifase da 400 Volt.
In Europa ci sono oltre 310.000 stazioni di ricarica rapida, quindi con connettore CCS, accessibili con il servizio SKODA Powerpass, sia attraverso la tessera unica che con la app dedicata.
Ricarica standard
A seconda del metodo utilizzato cambiano la potenza di ricarica e, di conseguenza, il tempo di sosta dell’auto per la connessione alla colonnina. Con il cavo di ricarica in dotazione, un’auto elettrica può essere ricaricata con una potenza compresa tra 2,3 e 11 kW, tramite prese elettriche standard o wallbox (in particolare, una presa trifase o una wallbox consentono potenze di ricarica da 7,2 a 11 kW). Le colonnine pubbliche a corrente alternata erogano elettricità con una potenza compresa tra i 3,6 e i 22 kW. Per quanto riguarda i tempi di ricarica, invece, con una wallbox servono dalle sei alle otto ore per ricaricare completamente una ENYAQ iV, a seconda della capacità della batteria.
Ricarica veloce
Con la ricarica in corrente continua i tempi si accorciano considerevolmente. A una colonnina da 50 kW si può caricare l’ENYAQ iV all’80% della capacità della batteria – il livello di carica consigliato – in meno di un’ora. Per fare il “pieno” ci vuole circa un’ora e venti. Se la colonnina raggiunge i 135 kW, si può passare dal 10% all’80% della capacità in soli 29 minuti.
Fotovoltaico e smart grid
Il fotovoltaico avrà un ruolo rilevante per il futuro dei veicoli elettrici. Già oggi i pannelli solari rappresentano un’opzione importante, in termini di costi e sostenibilità, per chi ha l’opportunità di installarli a casa o in azienda. Tra qualche anno le auto elettriche saranno integrate nell’intera gestione energetica di una famiglia e nelle smart grid. Ciò significa, per esempio, che la batteria dell’auto potrà cedere la propria energia agli edifici quando necessario e ricaricarsi negli orari in cui l’elettricità costa meno. E nel frattempo sono allo studio nuove tecnologie per incrementare l’autonomia e migliorare ulteriormente l’esperienza di ricarica.